Insomma, per amore vostro, per amore della patria comune, io vi esorto, onorandissimi giovani, a separarvi dalla compagnia malvagia e inetta, a ritemprarvi nel santuario dell'anima, e a impiegare lo ingegno in opere grandi e generose.
Conosco una generazione di uomini che crede ai beni del Giornalismo, e lo va encomiando come rugiada fecondatrice e potente di vitalità. Io per me non gli nego un moto e una vita, ma quella che si manifesta nel corpo di un eroe dopo la sua morte, - vita di vermi. Per vivere non basta muoverci, sibbene bisogna camminare con passi liberi e franchi, e con testa levata verso il cielo, - patria divina dell'uomo. Questo mio giudizio però non si estende a quei Giornali che si propongono diffondere a tenuissimo prezzo cognizioni utili di scienze, commercio, industrie, lettere ed arti, ed anche a quelli che esercitano la critica sopra la opera altrui, purchè muova da persona grave, illustre, soprattutto onesta, come io diceva nelle pagine antecedenti, e sia vereconda, generosa e gentile indagatrice di ogni maniera di bello.
Ma senza dilungarmi più oltre sopra questo argomento, tutte le cause discorse qui sopra, e le altre ancora taciute, ognuna per sè o insieme raccolte, io per me penso che possano come non possano generare la decadenza fatale; imperciocchè, senza saperne la ragione vera, abbiamo veduto le scienze e le lettere peregrinare dai Caldei per gli Etruschi, fra i Romani, fra i Greci, in mezzo ai Saracini, e così in giro per le varie contrade del globo: e senza saperne del pari la ragione vera, ora nacque un sublime ingegno nella Grecia, tale altro in Italia, ora nella Germania, adesso nella Inghilterra; e poi la Natura si riposò per qualche secolo come spossata dal parto prodigioso.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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