Apollo tonsuratoRecita il canto fermo!
Altri fra le chiome della Musa, una volta stillanti ambrosia, intrecciano le serpi di Tisifone, il petto le agitano co' furori delle Eumenidi, le armano il braccio co' flagelli di Nemesi. La Musa fatta Pitonessa si contorce e spuma sotto la forza del Dio che la invade, ed ora piange disperatamente, ora mugghia di sdegno, le divine e le terrene cose maledice, tutte le ceneri rimescola, tutti i sepolcri scoperchia, e giura che in coteste ceneri ha pur da trovarsi una favilla, che in qualche sepoltura le verrà pur fatto d'imbattersi nella sepolta viva, e dove mai la rinvenga non si ricrede per nessun segno di corruzione che la guasti; ma ecco, vedetela, le si accosta smaniosa, e la chiama a nome, e l'accarezza con dolce favella, e la invita a svegliarsi perchè l'ora è tarda, e le sue sorelle, che da gran tempo si posero in cammino, di lungo tratto la precorsero nel fatale sentiero. Quando poi vede tornarle vano il tanto affaticarsi, allora le caccia le mani entro i capelli, e la squassa e la trascina per la polvere, d'infami note la vitupera, la calpesta, la lacera, e vuol che viva, e purchè le possa dire: Surge et ambula, la Musa con pronte voglie partecipa l'avvoltoio, e le viscere eternamente divorate di Prometeo.
Uomini incliti per ingegno stanno da quella parte e da questa; ed io non so per quale influsso di stelle maligne, il numero abbondi piuttosto nella prima che nella seconda, e le tenere menti, incerte cui seguitare, si sgomentano.
| |
Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
|
|
Musa Tisifone Eumenidi Nemesi Musa Pitonessa Dio Surge Musa Prometeo
|