Veturio Calvino e Spurio Postumio, conducendo lo esercito contro a Luceria, lo avventurano entro le forche caudine. I Sanniti lo circondarono, ma non sapendo in qual modo dovessero usare della vittoria, spedirono per consiglio a Erennio Ponzio, uomo grave di anni e di sapienza preclaro. Udito il caso, egli risponde: "lascinsi andare." - Non talentando il consiglio, si rimandano ambasciatori a consultarlo, ed egli per questa volta li accommiata dicendo: "uccidansi tutti." I Sanniti, considerata la discrepanza dei pareri, rimasero su quel subito di avviso che, come il corpo, lo spirito fosse ad Erennio diventato per decrepitezza imbecille, ma poi non si potendo persuadere che tanto lume di senno fosse così ad un tratto venuto meno, lo fecero condurre sopra un carro al campo, ove gli domandarono ragione delle contrarie sentenze; la quale egli addusse con sapienza ammirabile: "Buono parmi che fosse il consiglio di spegnere i Romani, imperciocchè distrutti due fioritissimi eserciti, essi torneranno nella pristina debolezza, donde voi v'ingegnerete a non lasciarli più uscire; e buono era anche l'altro, che liberi si rimandassero, dacchè il benefizio insigne vi farà eternamente amico un popolo potentissimo." Ed insistendo i capi dell'esercito per sapere se tra questi due estremi gli sovvenisse qualche provvedimento mezzano, riprese: "Qualunque altro diverso da questi non toglie nemici, e non procura amici."
Ma il corso della vita dei popoli continua pei secoli: per correre acqua migliore si alzano le vele; la crisalide si fa farfalla; cessano i giorni che l'uomo o i popoli tengono comuni coi bruti; incomincia la epoca morale, o la necessità inclita della grandezza.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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