Non de solo pane vivit homo, predicò Gesù Cristo; bene non vive la gente sodisfacendo ai soli materiali bisogni: esiste in lei un altro spirito vitale, che abbisogna del nudrimento di amore, di fede e di gloria. La carriera dei popoli sopra la terra procede in questo periodo maestosa come quella del sole in mezzo ai cieli. Tutto adesso è grande, uomini e cose: le leggi severe, la dottrina di Zenone presiede ai contratti, i giudici professano la filosofia stoica(62), non la cinica, non la cirenaica(63), non la scettica, o come spesso avviene, tutte e tre insieme praticamente, non già per teorica, che a loro è ignota perfino la scienza del vizio e dell'errore. I detti, i gesti, i monumenti e i volti spirano religiosa reverenza, e quando la lingua, nella quale furono favellati quei detti, non suonerà più sopra le labbra degli uomini, e di quei gesti perverrà un eco lontano alle tue orecchie, dalle rovine stesse sorgerà una voce, che li empirà di spavento, oh anima squallida dei giorni che corrono! Allora Cammillo respinge legato ai Falisci il pedagogo traditore; allora Cammillo bandito accorre in aiuto della patria prostrata, e giunge quando Brenno gitta la spada dentro la bilancia gridando: Guai ai vinti! e fa provargli intera l'acerbità della minaccia troppo presto volata dalle barbare labbra. Regolo viene a Roma per confermare la patria nella guerra contro Cartagine, e stretto dalla religione del giuramento, torna al supplizio. Carlo Zeno tratto dalla carcere perchè vinca i nemici, salva la patria, e si riconduce a prendere i ceppi in Venezia(64). Allora, perchè più a lungo non mi diffonda nella narrazione di fatti, i quali pure si accostano soavemente al cuore dell'uomo, vivono i personaggi che fanno esaltare gli egregi nepoti, e lieti della letizia che animò Correggio all'aspetto dei dipinti di Raffaello, esclamare: "Anch'io sono uomo!
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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