Che più? Seneca non cura la vita, e Seneca piagnoloso offre a Nerone tutte le sue ricchezze per riscattare pochi giorni, ed infami. Nerone prende il tesoro, e gl'impone la morte; e Seneca allora, dacchè gli è forza incontrare il fato supremo, muore non come un filosofo, ma come uno istrione, e desidera a conforto della scenica agonia il fragore del plauso(65). E noi pure abbiamo i Senechi nostri, e moltissimi, e non meno pravi, ma degli antichi più nani, e miserabili assai.
Considerate all'opposto Papiniano, avvocato!... sì in verità, io vi dico avvocato, ma di cotesti avvocati Natura fece e poi ruppe la stampa: non protervo petulante, ma semplice di modi e di parole, risponde a Caracalla che gl'impone escusare in Senato la strage fraterna: - non poterlo fare. - E quel feroce, a cui il sangue del tradito pesava forte su l'anima, instando veemente, egli senza punto turbarsi soggiunge: - molto più agevole cosa essere commettere, che scolpare il fratricidio. - Nè con semplicità e costanza punto minori il visconte di Orte scrisse a Carlo IX che gl'imponeva trucidasse gli Ugonotti di Baiona: - Sire, tra i cittadini e gli uomini di arme mi è venuto fatto incontrare cittadini dabbene, e soldati valorosissimi, ma non un carnefice; per la qual cosa eglino ed io supplichiamo la Maestà vostra a impiegare le braccia e vite nostre in cose che le si possano fare. - Montesquieu, interprete degno di tanta grandezza, osserva: - questo grande e generoso coraggio considerava impossibile una viltà(66). Per onore della stirpe umana vuolsi aggiungere come d'Orte non fosse solo a operare il fatto magnanimo, e la Storia memore ricorda ancora Montmorin.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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