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      Un pane composto con farina di obbrobrio, con lievito di disprezzo, con acqua di lagrime, riarso dall'ardore di rinfacci continui, e pesato dalla mano dell'avarizia: pane dato con la balestra. Viene per tutti il dies iræ e se Dio talvolta non solleva immediatamente la mano al castigo, non torce mai i suoi occhi altrove; e questo popolo dovrebbe sapere che non possono le nazioni mantenersi grandi senza essere generose, e per lei venne più volte il dì della ira, perchè più volte mancò di fede. E dovrebbe però pensare che se adesso non si trova ridotto a servaggio infelicissimo, era fortuna non senno. Fortuna, perchè la gente mossa da settentrione ormai possedeva terre coltivate e industrie e città, e aveva lasciato a casa beni e famiglia; - fortuna, perchè i conquistatori troppi non si trovarono d'accordo sopra le parti della preda. I barbari che invasero lo impero romano, comunque formati di popoli diversi, componevano un corpo obbediente a un capo, e si traevano dietro in tende o in carri quanto governa con amore l'anima umana. Che cosa faceva in cotesta agonia il popolo ingannatore? Quello che fanno le vittime apparecchiate al sagrifizio.... lambiva il coltello che gli stava pendente sopra la gola. Se cotesto giorno tornasse, chi chiamerà costui? Dove troverà egli alleati? Quali adunerà nella ora del pericolo nemici? I tuoi amici per colpa tua giacciono nel sepolcro. Guai a lui se chiamasse! Gli spettri dei popoli scoperchierebbero le sepolture per dirgli come al malvagio Riccardo: - Disperati e muori!


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





Dio Riccardo