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      Per Dio! Eglino stessi non avrebbero voluto vederti precipitata in tanta bassezza, imperciocchè i vincitori amino potere rispettare il vinto: non fosse altro per fare comparire più bella la propria vittoria. L'aquila gloriosa lo seguì nella sua rupe traverso l'Oceano, e si posò con lui dentro al sepolcro; e tu vi sostituivi il gallo, simbolo anche troppo magnanimo alla tua condizione. Veramente il tuo genio ti conduce come un vento a scorrere la terra, e mescerti importuna in ogni vicenda, e tutto involare per recartelo a casa, e guastarlo imitandolo, a guisa di scimmia che imiti l'uomo. Una splendida azione tu converti in miniatura da ventaglio, la effigie di un grande uomo in boccetta di acqua odorosa o in iscatola da sapone. Ma il maggiore tradimento che mai abbia sofferto la virtù, tu lo commettevi ai dì nostri. Ahimè! per te l'onore non ha più entusiasmo, la fede convinzione, la patria affetto, lo ingegno scopo di gloria. Per te il Dio milione regna e governa; per te si rese manifesto come anima umana a diuturna, pertinace e continua corruzione, non regga; tu hai pubblicato la tariffa del prezzo che si vuole per imporre silenzio a taluni, per indurre a favellare tali altri, per comprarli tutti. Il collegio dei tuoi rappresentanti è quasi una orchestra, ove ognuno ha scelto la sua parte: chi dà fiato ai tromboni, chi tempra le corde dei violini per suonare, a fine di conto insieme uniti, la solenne sinfonia della pubblica imposta. Nè mi si dica: fatali essere gli sconvolgimenti politici, averci i popoli a guardare bene due volte; imperciocchè a me pure paia così, ma non vi sarebbe punto mestieri di partiti estremi, e le leggi pongono facoltà di rimediare al male, e se nol fai, segno è che non vuoi, epperò meriti il manto che ti se' gittata sopra le spalle.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





Dio Oceano Dio