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      Ebbe natali illustri e larghezza di censo. La Fortuna con lo scemargli il secondo, offuscava alquanto lo splendore dei primi; ma poichè in lui furono copiosamente ingegno e virtù da bastargli sole per qualsivoglia stirpe o retaggio, e', finchè visse, fece onorato tesoro di amore di patria vero e di affetti pei congiunti e per gli amici. Così come fu dolce essergli amico in vita, torna cara e gradita la sua memoria, dopo la sua morte, a noi che lo riverimmo e lo amammo.
     
     
     
      DISCORSO QUINTO.
     
      DELLA INTRODUZIONE DEI MERINI IN TOSCANA.
     
      Il pellegrino ariete, che tuttiAbbandonando della patria terra
      I ritrosi costumi, a miglior cultoSi arrese obbediente, e nuovo assunse
      Abito e tempra, e di Merino ha nome.
      ARICI.
     
      Se, come i più dei filosofi concedono, la condizione pastorale costituisce il secondo periodo che l'uomo percorre onde ridursi a vivere vita civile, antichissimo è certo il commercio della Lana. Numa, per sentenza di Plinio, o piuttosto Servio, secondo quello che ne lasciava scritto Macrobio, faceva imprimere su le monete la immagine di bove o di pecora, o di qualche altro domestico animale, per promuovere la cura del bestiame, di cui parte principalissima compongono le pecore: e il denaro appunto presso i Romani fu chiamato pecunia, perchè portava impressa l'effigie di alcuni tra i rammentati quadrupedi, che si comprendevano sotto il vocabolo generale di pecus, come narra Varrone. Le donne latine dai tempi ultimi del regno, dove tanto furono severi i costumi, fino ai primi dell'impero, in che tanto apparvero corrotti, intesero allo studio della lana.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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