Sospetto destituto di ogni buon fondamento, non sembrando possibile che uomini integerrimi, per guadagno volessero senza assicurazione correre il pericolo del sinistro dei lavori pubblici a tempo o a vita destinati per pena agli incendiari con la legge dei 30 novembre 1786. - Ma di ciò sia che vuolsi: noi tornando alla storia, dobbiamo raccontare come in una notte del trascorso mese fosse nel circondario della pieve di Salviano appreso il fuoco al pagliaio d'un certo chiamato Canaccini. Alla vista delle fiamme accorsero i più prossimi, e con ogni argomento loro s'ingegnavano d'estinguerle; per mala sorte gli sforzi della buona gente riuscirono indarno, chè la violenza del fuoco prevalse, ed in poca ora distrusse gran parte dogli averi della povera famiglia. Dolenti tutti, circondavano il dolentissimo contadino, e gli profferivano parole di conforto, quando Giovan Batista Pannocchia, con certi suoi nuovi modi, fece osservare doversi a parole consolare l'uomo di cui il danno è inevitabile, ma quando vi ha luogo di ripararlo coi fatti, questi, e non i discorsi, giovare agl'infelici: però voltosi al Canaccini, soggiunse: "Sicchè, compare, prendi animo, e se domani vuoi fieno per le tue bestie, vieni o manda a' miei pagliai, e togline quel tanto che te ne farà di bisogno." - L'offerta del Pannocchia mosse la generosità de' circostanti, che il giorno dipoi su quell'aia medesima un nuovo palo inalzarono, e il Canaccini ebbe un pagliaio più grosso di prima.
Il nostro Pannocchia (e ciò sia detto per tornare un passo addietro) è uno di quei tutori, che convertirono in benestanti i pupilli miseri alla fede loro commessi.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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