Ora nel caso nostro, la messa si compone di bisogni: noi abbiamo per ora troppi bisogni e gl'Inglesi troppo pochi. Ed anche sopra la libera introduzione dei cereali a me sembra che non siamo in condizioni pari a quelle della Inghilterra. La Toscana ogni anno patisce una mancanza di molte centinaia di migliaia di sacca di grano, dicono sopra un milione e mezzo, e la Toscana possiede terreni da riparare in tutto o in parte al difetto: però queste terre funestate dalla malaria desiderano spese transitorie, ma gravi. Ora che il possidente voglia scapitare metà del costo del prodotto per farle lavorare, non è ragionevole sperare: si contenterà del poco, si contenterà eziandio ritornare su i suoi nel presagio di futuri guadagni, ma non consentirà mai a rovinarsi a un tratto per arricchirsi a bell'agio. Meglio è fringuello in man, che in frasca tordo, - diranno i possidenti, e si rimarranno al sistema delle fide. La introduzione libera dei cereali per ora, perpetuerà la provvista all'estero del milione e mezzo delle sacca mancanti. Onde non accadesse carestia, io vorrei che nel porto-franco di Livorno, grani senza dazi se ne ricevessero quanti ne venissero; ma non senza un qualche dazio s'introducessero nel territorio riunito, il quale dazio ad ogni rumore di diffalta si sospendesse, e ottenuto che avesse la coltura nostra il suo maggiore incremento, cessasse affatto. - Qui però vedo il Fisco volgermi lieto la faccia, farmi bocca da ridere, e soprattutto stendere ambe le mani per raccogliere questo dazio.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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