Lo spirito d'imitazione servile, peste degl'ingegni anche migliori, invogliò il Tasso a imitare la celata di Minerva, e quindi descrisse l'Angiolo Custode che per tutela di Raimondo leva dall'armeria del cielo lo scudo
di lucidissimo diamante,
Grande che' può coprir genti e paesiQuanti ve ne ha fra il Caucaso e l'Atlante.
Lo Strabocchevole non costituisce il sublime; se no, chi arriva i Seicentesti, i quali desideravano a Carlo V
Che ai bronzi tuoi serva di palla il mondo,
e nientemeno volevano che ai suoi funerali servisse il sole di torcia a vento! - Povera polvere! coronata se vuoi, ma polvere sempre. Longino, o piuttosto Dionisio di Alicarnasso, nel suo trattatello del Sublime leva a cielo i passi di Omero da noi accennati; ma con sua pace, egli si mostra in questo meno buono intenditore di sublime, di quando celebra concetto altissimo quello della Genesi ove Moisè racconta: - E Dio disse: sia luce; e luce fu. - Il sublime più spesso sta nei sentimenti che nelle immagini; pure a me sembra che il Manzoni abbia toccato il sublime così del sentimento come delle immagini in quei suoi versi:
O Figlio, o Tu cui generaL'Eterno eterno seco,
Qual ti può dir dei secoli:
Tu cominciasti meco?
Tu sei: del vasto empiroNon ti comprende il giro:
La tua parola il fè.
Masaccio pertanto, sia negli affetti dei volti, sia nei parchi ed acconci panneggiamenti, negli scorti dei quali, se non fu inventore, si acquistò bellissima fama per averli intesi meglio di ogni altro suo predecessore, e per pregi infiniti, si mostrò raro e felice intelletto.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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