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      I principi e i baroni non portano più amore alle avite dimore; in meno che volge un mezzo secolo diventeranno dominio di uno Schylok arricchito col giuoco delle azioni dei cammini a vapore o di un contadino cosacco: e i popoli non sanno più generare i grandi capitani e gli uomini famosi nel consiglio e nella sapienza; essi sono stanchi di produrre invano: guasti dal costume, di se medesimi diffidano, e par che credano essere condannati a strascinare la vita come una catena: - mal credono! Depongano giù dall'animo cotesta paura, che è una calunnia per la Provvidenza; col presagio di giorni migliori, negli antichi maestri impariamo i modi delle arti di guerra e di pace per esercitarle poi quando a Dio piaccia. Così il prudente colono nella stagione iemale, quando tutto pare sopra la terra morte e squallore, apparecchia il filo della falce per la mietitura.
     
     
     
      LA DEPOSIZIONE DI CRISTODALLA CROCE.
      Quadro esistente nella I. e R. Accademia delle Belle Arti di Firenze.
     
      Può egli convenientemente affermarsi essere stato il Perugino maestro vero di Raffaello? Le intelligenze supreme, come quelle del Sanzio, hanno esse mestiero d'insegnamento? Bene Lucifero annunzia la venuta del sole, ma non lo accende. Ai figli dell'aquila basta mostrare dalla vetta delle Alpi lo spazio, e dire: - vola! - onde, confidati alla potenza delle ale, poggino là dove occhio umano non li può seguitare. La poesia e la pittura sgorgano da un fonte comune, e questo fonte è il cuore sublimato nella contemplazione di quanto Dio ne concesse moralmente o fisicamente bello.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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