Certo le forme rappresentate dal Gazzarrini furono tolte dalla Natura; ma prima le accarezzò con caldissimo amore, e le ritrasse poi lieto d'ineffabile piacere. Questo valoroso artista, per esaltare lo intelletto alla contemplazione delle linee segrete e sublimi per cui la Natura procede maravigliosa, adopra la musica; e quando la melodia dei suoni gl'investe l'anima, comprende cose che raramente è concesso vedere ad occhi mortali. Se alcuno dei miei lettori dubitasse, l'artista e il poeta non essere mai tanto bene disposti a concepire il sublime che dopo avere ascoltato un concerto, o fatto un'azione generosa, si persuada ch'egli è uno dei due, stupido o maligno. - Venendo ora a parlare più particolarmente della pittura del Gazzarrini, mi reputerei degno della taccia di vano o di peggio, dove potendo adoperare il giudizio di persona illustre nell'arte, con perverso consiglio nol facessi; - nè temo che sia per venirmene rimprovero, dacchè non mi è parso sentire finora che manifestare i sensi di
amore e di ammirazione che l'uomo nudre per l'altro uomo sia colpa da riprendersi. Lorenzo Bartolini pertanto, onorandomi di sue lettere, mi scriveva: "In breve, credo, vi si offrirà occasione per rendere giustizia ad un artista di vero merito. Il nostro Gazzarrini ha terminata la sua bella Madonna, il merito della quale principalmente consiste nel non essere una produzione accademica: originale nello stile, amorevolmente condotta, con armonia singolare di tinte, leggiadria di pieghe, vaghezza di teste, - sorprendente poi la testa e l'estremità superiori del putto Gesù: l'espressione del sonno è veramente soave e degna di chicchessia; infine quella è la strada per ricondurre gli artisti traviati ad operare con l'amore dell'arte, e far dei quadri che onorino i nostri tempi e la nostra nazione.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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