- Apparivano entrambi come dovevano apparire: - egli a modo di persona salvata, ella in guisa di angelico salvatore.
Tali furono le vicende dei nostri due amanti, più che ad altro, somiglievoli a un sogno. Uno non osava fissare l'altro; e di tanto in tanto sogguardavano i circostanti, quasi per ringraziarli delle benedizioni che loro compartivano; - ma procedevano con le mani congiunte, ed erano come un'anima sola in due corpi distinta.
LA INFANTICIDA.
DA SCHILLER.
Ascolta: le campane suonano cupamente a morte, e l'ago dell'orologio ha compito il suo corso. Ebbene, sia dunque così! Su nel nome del Signore: compagni del sepolcro, conducete la colpevole al luogo del supplizio. - O mondo, prendi gli estremi baci di addio! Prenditi ancora queste mie lagrime. I tuoi veleni oh come sembravano dolci! Fra noi siamo del pari, o mondo avvelenatore del mio cuore.
Addio, gioie di questo Sole convertite in neri fanghi! Addio, tempo pieno di voluttà che allegrasti di rose il sentiero, e così spesso inebriasti di gaudio la vergine! Addio, sogni intessuti di oro, belle fantasie figlie del Paradiso! Ohimè! essi spirarono su la prima alba del mattino per mai più rifiorire alla luce.
Vagamente adornata di nastri rosati, mi ricopriva la veste della innocenza, candida come il cigno. Nei biondi ricci negletti erano frammischiate freschissime rose. Ohimè! il bianco vestimento adorna anco adesso la vittima dello Inferno; ma ai nastri di rose è succeduto una nera benda di morte.
Piangete per me, o verginelle che non cadeste nei lacci della seduzione; per le quali fioriscono ancora i gigli della innocenza, - alle quali Natura con i dolci palpiti del seno compartì ancora eroica fermezza.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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Sole Paradiso Inferno Natura
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