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      Ohimè! questo cuore ha sentito umanamente! E il forte sentire sarà per me la spada della Giustizia. Ah! circondata dal braccio del falso amatore, si assopì la virtù di Luisa.
      Ah! forse cotesto cuore di serpente, dimentico di me, si aggira carezzevole intorno ad un'altra; mentre io m'incammino alla tomba, esulta in ischerzi amorosi. Forse prende sollazzo dei ricci della sua fanciulla, liba il bacio che essa gli porge, mentre da questo palco di morte il mio sangue zampilla dal collo reciso.
      Giuseppe! Giuseppe! ti segua anco da lungi il coro di morte della tua Luisa, e il cupo strepito delle campane suoni al tuo orecchio, rimproverandoti con voce spaventevole. Allorchè dai labbri gentili di una fanciulla sgorga per te il dolce bisbiglio dello amore, quel suono impronti sollecito nel roseo aspetto della voluttà una ferita infernale.
      Ah! traditore! non ti arrestano le angosce di Luisa? Non curi la vergogna della tua donna? Uomo crudele! non basta a trattenerti lo innocente di cui mi facevi madre? non ciò che può stringere un leone, una tigre?.... Ma le vele del suo naviglio gonfiano orgogliose, e navigano lontane da questa terra. I miei occhi tremano, e si oscurano nel seguirlo: per le fanciulle, su le sponde della Senna, egli esala il falso sospiro.
      - E il fanciullino.... - nel grembo della madre giaceva in dolce riposo; - nella vaghezza di fresche rose mattutine mi sorrideva amico. - La sua cara e amata immagine mi parlava da tutte le sue sembianze, e mi rifiniva di amore. - L'oppresso seno materno oscilla fra l'amore e la idea della disperazione.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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