Alla sua mente vaga e discorde tutto si avvolge indefinito e confuso: è un turbine di speranze diverse e di timori, ed ora è tratta in altissimo riso, ora in pianto, - ma sempre stoltamente in ogni estremo, - e si agita in cotesto sogno convulso, perchè così appunto l'assale. Oh! invano tenterà di svegliarsi.
XV.
Le campane del Convento, ondulate nel quadro e grigio campanile, rimbombano; ma lente lente, e con suono interrotto, di profonda mestizia scendono al cuore! - Odi! - ci canta l'inno, - la prece dei trapassati, o dei viventi che lo saranno tra poco! - Per l'anima di un uomo che sta per morire sorge l'inno dei defunti, e suonano le cave campane: - gli sovrasta l'ora mortale. - Genuflesso ai piedi di un frate, - tristo a udirsi, pietoso a vedersi, - inginocchiato su la nuda terra col ceppo davanti, le guardie dintorno, e il carnefice sbracciato tenta se sia in filo la scure onde più spedito riesca il colpo; - quindi si pone ad affilarla di nuovo, mentre i circostanti attendono silenziosi di vedere morire un figlio per la condanna di un padre.
XVI.
È l'ora amabilissima in che sta per tramontare il sole di estate, il quale sorse su quel giorno di dolore, e lo schiarì co' suoi più lucidi raggi. Adesso la sua luce vespertina è pienamente diffusa sul capo destinato di Ugo, mentre svela l'ultima confessione al Frate che deplora la sua condanna in penitenziale santità, ed intende ad ascoltare le benedette parole che con l'assoluzione possono torre via ogni nostra macchia mortale.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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Convento Ugo Frate
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