Si avanza placidamente su le onde spaventate. Il terrore che sparge d'intorno consacra il suo nome superbo. Con passo maestoso e tranquillo il pavido Nettuno porta il suo peso, - con la distruzione dello Universo entro di se si avvicina, e tutte le tempeste giacciono in quiete.
Ti sta già dirimpetto, o Isola avventurosa, - dominatrice dei mari. Questi eserciti di galeoni ti minacciano, o magnanima Brettagna! Guai al tuo popolo nato libero! Essa ti sovrasta come nube gravida di nembi.
Chi ti ha procurato il prezioso gioiello che ti ha fatto Regina delle terre? Non l'hai a forza ottenuto dai re superbi? Non hai tu sapientemente immaginato la legge del Regno, la Gran Carta, che fa i tuoi Re cittadini, i tuoi cittadini Re? Non hai conquistata la suprema potenza delle vele in battaglie marittime, e con milioni di prodi guerrieri? A cui la devi, se non al tuo ingegno e al tuo brando?
Infelice! - Getta uno sguardo là su quei colossi scaglianti fuoco, - mira, e presagisci la caduta della tua gloria. L'Universo ti guarda angoscioso. Tutti i cuori degli uomini liberi palpitano affannati, - e tutte le anime belle e generose gemono dolenti partecipando la caduta della tua gloria.
L'onnipotente Iddio volse uno sguardo alla terra, - vide sventolare i superbi vessilli col Leone del tuo nemico, - vide minacciosa aprirsi la sicura tua tomba. - Deve, disse egli, il mio Albione, deve perire? deve estinguersi la stirpe dei miei Eroi? l'ultimo argine di rupi della oppressione deve precipitare? deve essere annientato da questo emisfero il baluardo della libertà contro i tiranni?
| |
Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
|
|
Nettuno Universo Isola Brettagna Regina Regno Gran Carta Universo Iddio Leone Albione Eroi
|