Perocchè se egli vive, non viva più per me, ed io cada diserto nella polvere, e la stagione della speranza di Alva sia passata: ahimè! possono essere mai giusti affanni sì fatti?"
Tale si lamentò lo sfortunato genitore, finchè il tempo che mitiga le angosce più aspre gli ritornava la pace, e fece sì che le lacrime cessassero di scorrere.
Però che tuttavia una segreta speranza che Oscar sopravviva gli rimanesse nel cuore, e potesse anche una volta apparire; e questa speranza ora declinò, ora sorse, finchè il tempo lo fece vecchio di un altro fastidioso anno.
I giorni trapassarono, il pianeta della luce percorse di nuovo lo spazio destinato, ma Oscar non allegrò la vista del genitore, e lo affanno lasciò più debole la sua traccia;
Rimanendo pur sempre il giovane Allan, adesso unica gioia del padre dolente: e il cuore di Mora di leggieri fu vinto, perchè vaghezza ornasse il giovane dalle belle chiome.
Ella pensò che Oscar fosse caduto spento, e la faccia di Allan appariva maravigliosamente leggiadra: - se poi Oscar viveva, qualche altra fanciulla formava adesso il sospiro di quel petto infedele.
Ed Angus disse: "Se un altr'anno trascorre in arida speranza, ogni dubbio soverchio sarà rimosso, ed io destinerò il giorno dei nuovi sponsali."
Tardi si avvolsero i mesi, ma benedetto alfine giunse il giorno desiato, l'anno dell'ansia trepidante passò; quali sorrisi avvivano le guancie degli amanti!
Odi la piacevole noia della cornamusa! Intendi il magnifico canto nuziale! Si spandono le voci in accenti gioiosi, e incessante si prolunga il fervido coro.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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