Or bene,
replicava il feroce straniero; e tristamente dardeggiavano gl'inquieti suoi sguardi; "io sarei vago d'intendere novella del fato d'Oscar: forse quel prode non è morto ancora.
Forse se quelli che egli amò tanto ora lo chiamassero Oscar, ritornerebbe; forse il barone è andato fin qui pellegrinando; per lui potrebbe rinnovarsi il fuoco di maggio(110).
Si empia dunque la tazza, e giri attorno la tavola: io non vo' che si propini in silenzio: si empia, dico, ogni tazza di vino, perchè il mio saluto è per la vita di Oscar."
Con tutta l'anima,
riprese il vecchio Angus, ed empi fino all'orlo la coppa; - "e sia pel mio figliuolo o vivo o morto: nessuno de' miei figli fu eguale a lui."
Bene, vecchio, il tuo saluto è stato accettato: ma perchè Allan si sta tutto tremante? Bevi, via, alla rimembranza della morte, e solleva la coppa con mano più ferma.
L'ardente rossore della faccia di Allan di subito si converse in ispaventevole pallidezza; le goccie della morte spingevano l'una l'altra con umore di agonia.
Tre volte sollevò la tazza, e tre i suoi labbri rifiutarono di libare, e tre volte incontrò gli occhi dello straniero fitti sopra di lui con ira mortale.
Così dunque un fratello saluta? così si accarezza la rimembranza di un fratello? Se in questo modo si manifesta la forza dell'affetto, cosa potremo noi aspettarci dalla paura?
Eccitato dall'amaro sogghigno sollevò la tazza: "Possa Oscar partecipare in questo momento alla nostra allegria." - Lo interno rimorso gli sconforta l'anima, e la coppa gli cadé di mano.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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