Nell'ora mestissima in cui il pianeta della luce abbandona la terra, un giovane Greco partito da Atene si approssimava a Corinto, fidente di abbracciare un cittadino a lui affezionato, e per antica amicizia diletto al suo genitore. - I capi di queste due famiglie avevano un giorno solennemente sacramentato di formare dei crescenti loro figli uno sposo e una sposa.
Ma in questi giorni di vicende religiose terranno i padri l'antico contratto? - Il giovane si conserva pagano come i suoi avi, quei da Corinto già sono battezzati, e cristiani. - La nuova fede tronca ogni vincolo di amore e di fedeltà.
Taceva profondamente la casa quando vi giunse il giovane Greco. Il padre e la figlia godevano la soave pace del sonno; - sola vegliava la madre. - Ella lo raccoglie festosa, lo conduce in una cameretta per vaghissimi ornati leggiadra, e prima ch'ei ne chieda, gli appresta sollecita l'aceto, gli pone su la mensa vivanda e vino, quindi cortese augura all'ospite la tranquilla ed avventurosa notte.
Ma nessuno desiderio di cibo o di bevanda prende il giovanetto, che oppresso di stanchezza si abbandona sopra le piume: - appena abbassa le palpebre al sonno, ecco gli si affaccia su la porta un ospite singolare.
Al fioco chiarore della lampada vede avanzarsi nella camera una fanciulla, modestamente silenziosa, vestita di bianco, con un velo bianco sopra la testa, e la fronte cinta da una benda nera tessuta d'oro. - Procedendo lieve lieve per la stanza, allo improvviso si ferma allorchè si accorge del giovane, e atteggiata di maraviglia e di spavento solleva una mano candidissima.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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