.... la propria sua figlia.
Tentò premuroso il giovane cuoprire le membra divine della fanciulla con la coltre, col velo, e con la veste: ma ella come uno spirito s'innalza allo improvviso lenta sul letto, e cresce lunghissima.
Madre! madre mia!
esclama con voce sepolcrale; "m'invidiate voi la notte felice? Perchè mi svellete perfidamente dallo asilo del mio amore? - Ahimè! e devo svegliarmi soltanto al dolore e alla disperazione? Non vi basta di avermi coperta del manto funerale, e di avermi prima del tempo sepolta viva?
Una forza misteriosa di arcano destino mi trasse dall'angusta dimora. - Il canto lamentevole dei vostri Sacerdoti non ha potenza nessuna; - il sale e l'acqua non gelano la giovanezza, nè agghiacciano la Natura. - Nissun potere sopra la terra vale a soffocare l'amore!....
Questo giovane m'imprometteste allorchè sereno brillava il tempio di Venere: - madre, mancaste alla parola; - voi rompeste la fede perchè un voto fallace vi costrinse. Ma non v'è Dio ch'esaudisca la madre che fa giuramento di ricusare la mano già promessa della sua figlia. - Io mi partii dal sepolcro per conseguire il bene di che volevate privarmi; - io venni dal sepolcro per amare l'amante perduto, e per suggere il sangue del suo cuore.....
O giovane leggiadro che appena ho amato, tu non puoi vivere di più: - in questo luogo tu rifinirai. - Per pegno del mio amore io ti ho donato la catena di oro: - meco porto i tuoi capelli. - Mirati attentamente; - tu incanutisti sul mattino, nè ricomparirai bruno fuorchè nell'altro mondo.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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