Pagina (377/469)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Rallegrati, o giovanetta sposa; - rallegrati, avventuroso marito!... Amico, vien qua, siediti dirimpetto a me: fa che i tuoi occhi scintillino nella pienezza della loro fiamma e della loro voluttā. - L'acqua fresca di un ruscello mormora dolcemente nei giardini sotto i rami dei meli... Oh come soavemente io dormiva durante il mio sogno fra le braccia della formosissima Citerea!
     
      L'uomo bello ti comparisce tale sol quando tu lo guardi, ma l'uomo buono e sapiente ti sembra tale anche quando non ti sta davanti.
     
      L'oro č figlio di Giove; non lo contamina la ruggine, nč i vermi rodono questo metallo che agita tanto maravigliosamente gl'intelletti dei mortali.
     
      La morte č un male; se non fosse sventura, gli Dei se la sarebbero riservata per loro!
     
     
     
      PROMETEO.
     
      TRADUZIONE LETTERALE DA GOETHE.
     
      Addensa pure, o Giove, nei tuoi cieli le nuvole tenebrose, e come il fanciullo che tronca stizzoso le cime de' cardi, percuoti superbo col tuo fulmine le quercie e i lauri de' monti. - Tu non offenderai la terra nč la capanna mia, nč il mio focolare per la fiamma del quale tu mi porti invidia. - Chi di voi pių infelice trae la vita sotto il sole, o Celesti? Voi parcamente alimentate la vostra maestā con tributo di sacrifici ed aneliti di preghiera, e forse vi mancherebbe anche questo ove i fanciulli e i miseri non fossero pazzi pieni di speranze. - E quando io era fanciullo, e le tenebre della ignoranza mi velavano lo intelletto, volgeva spaventato lo sguardo al firmamento, come se quivi albergasse un orecchio pietoso per ascoltare i miei gemiti, od un cuore come il mio, che palpitasse di pietā per l'oppresso infelice.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





Citerea Giove Giove Celesti