Seguitoe che certi giovani della detta casa li quali teneano la parte Bianca, ed altri giovani della detta casa i quali teneano la parte Nera, essendo a una cella ove si vendea vino, et avendo beuto di soperchio, nacque scandalo intra loro giucando; onde vennero a parole, e percossonsi insieme, sì che quello della parte Bianca soprasteo a quello della parte Nera, lo quale avea nome Dore di messer Guglielmo, uno dei maggiori della casa sua, cioè della parte Nera. Quello della parte Bianca che lo avea battuto, avea nome Carlino di messer Gualfredi, pure dei maggiori della parte Bianca. Onde vedendosi Dore essere battuto et oltraggiato, e vitoperato dal consorte suo, e non potendosi quivi vendicare, però ch'erano più fratelli a dargli, partissi, e pruoposesi di volersi vendicare; e quel medesimo dì, cioè la sera a tardi, stando Dore in posta, uno dei fratelli di detto Carlino che aveva offeso lui, che aveva nome messer Vanni di messer Gualfredi, et era giudice, passando a cavallo in quel luogo dove Dore stava in posta, Dore lo chiamò, et egli non sapendo quello che il fratello gli aveva fatto, andò a lui, e volendogli Dore dare di una spada in su la testa, messer Vanni per riparare lo colpo parò la mano: onde Dore, menando, gli tagliò il volto e la mano per modo, che non ve gli rimase che il dito grosso. Di che messer Vanni si partio, et andonne a casa sua; e quando lo padre e' fratelli e gli altri consorti lo videro così fedito, n'ebbero grande dolore, però ch'egli era, come detto è, dei mlgliori del lato suo: ed anco perchè colui che lo aveva fedito era quello medesimo intra quelli del suo lato; di che tutti gli amici e parenti loro ne furono forte malcontenti.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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