Tanti, e più, sono i tuoi misfatti.
ManenteE voi
A vostra posta il ciel guardate: - un occhioEterno veglia colassù che scerne
Anco pel buio della notte; - un braccioChe aggrava il capo dell'iniquo. - Dite,
Sapete voi quanto un delitto pesa?
Vedeste mai quando lo stanco sensoLascia libera l'alma, appiè del letto
Starsi un demonio che vi guata fiso(114),
E ride, e aspetta al varco della vitaIl fiato eterno per piombarlo dentro
Allo abisso infinito? E voi pauroso,
Chiamare e Cristo e i Santi; e di repenteScendere l'Agnol del Signore, e vôlto
A quello delle tenebre: - Vediamo,
Dirgli, a cui spetta; - e qui cavare un scrittoBreve, in che stanno i merti, e l'Infernale
Sporger volume immenso, e pieno tuttoDi colpe, e all'Agnol dire: - Or va beato;
Quando per fuoco sarà fatto puro,
Riedi per esso; - e quei partirsi, e un guardoVolgerti, - un guardo che disvela tutto
E l'inferno acquistato, e il ciel perduto.
In questa l'Infernal ruinarti addosso,
E stringerti alla strozza, e dalla fronteGraffiarti il crisma e conficcarvi il segno
Di Caino; - e voi ansoso e a forza desto, -
Esterrefatto trabalzar dal letto.
Come lapide freddo, e andar cercandoAl lume di una lampada conforto...
GeriIo ti credea senza rimorso: - all'opra
Basto solo...
ManenteMesser, che dite? - male
O voi intendeste, od io parlai. - La portaDella misericordia è per me chiusa,
Nè questo labbro, via della bestemmia,
Può dir parola che suoni preghiera.
Nè io, nè altri per me prega: - un'opraSaria perduta. - Guai! se un giorno io cesso
Addensarmi sul capo la vendetta
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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