Pagina (393/469)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Sembra che gema Dio su la Natura.
      Dai campi seminati di umane ossaTorna la squadra, e il trepido sospiro
      Cessa la sposa amata che si è mossaAl caro amplesso, ed il padre deliro
      Di abbracciare il figliuol pria che alla fossaLasci la carne e a Dio l'eterno spiro.
      Securo che nel dì di morte santoEi glieli chiuda, or terge agli occhi il pianto.
      Gino non torna a Oretta. Sventurata!
      La mano della madre il bianco veloAvea trapunto, e i fior di fidanzata
      Esultante reciso dallo stelo.
      Quella mano per morte ora è ghiacciata!
      Rigido stringe quei fioretti il gelo!
      La squilla i prodi alle difese affretta;
      Gino partiva e non tornò più a Oretta.
      Ei non reddiva più. La disiosa,
      - Come colei che il suo mal teme, e spera, -
      Ne fea dimanda: - Il cavalier riposaNella morte, risposerle; - sua schiera
      Combattendo perì da valorosa, -
      Chè co' forti quel giorno Iddio non era. -
      Volse al ciel gli occhi Oretta, e dolce in attoDisse: - Signore, il tuo voler sia fatto.
      Buio d'Inferno per lo cielo assembraNotte, e sul mondo per silenzio tetro
      Solennemente spiegalo, e rassembraManto di trapassato in sul feretro;
      E il cupo mugghio del mare rimembraGente che pianga in lamentoso metro,
      Nè tutt'uom dentro le paterne porteDorme il sonno fratello della morte.
      Per questa notte dubitante e lentoMove Gino alla casa del suo amore;
      Chè giacque offeso e non rimase spentoNel giorno maledetto del furore.
      La casa è vuota, e sol vi stride il vento;
      Ond'egli grida in voce di dolore: -
      Oretta, - Oretta, non ti vedrò più!
      L'eco dei monti gli risponde - più.(117)


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





Dio Natura Dio Oretta Oretta Iddio Oretta Inferno Gino