Sorge un dì senza sole. Il cavalierePallido in faccia e con occhi compunti,
Mesto mesto incamminasi al piviere(118)
Co' bracci in croce sul petto congiunti.
Giunge: - e Oretta dov'è? domanda al Sere;
Quei cela il volto, e il campo dei defuntiGli accenna. Ei corre. - Novamente smossa
Comparisce la terra di una fossa.
È la tomba di Oretta. - Eterno piantoCon la rugiada spargevi Natura...
Cessa la umana lagrima col cantoChe accompagna gli estinti in sepoltura.
Ahi! l'anima quantunque sotto il mantoDi Dio ripari, e in lui si faccia pura,
Se un pio ricordo l'Angiolo le portaD'alto gaudio anco in Cielo si conforta.
Fioria modesto su la tomba un giglioAlla infelice vergine: - lo colse: -
Tal tu passasti un dì; - qual mai consiglioRiporrà il fiore ove mia man lo tolse?
Chi a rianimare Oretta trarrà il figlioDel soffio eterno ove disio lo volse?
Qui Gino tacque: ora riposan l'ossaDi quei due travagliati in una fossa
BiancaMesto è il tuo canto, o Dore; è mesto come
Pianto di madre che il morto sembianteDel figliuolo involarse per la polve
Vede curva sull'orlo della fossa. -
Donna del Cielo, ella è menzogna in coreDel giusto un seggio aver la pace; e i deschi
Fuggire, e i letti, ove riso di piantoRide, e sonno di spine il fallo dorme?
DoreO mia diletta, e può turbar fantasma
Di colpa lui che dal tuo sguardo ha vita?
Celeste cosa son l'anima e gli occhiTuoi, e allor che pietosi al ciel li movi,
Ogni spirto li segue in paradiso. -
Io son tranquillo, - ma di pace stanca.
Giaccio, - ma non riposo, - e sento taleUna quiete, che sarà nel giorno
| |
Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
|
|
Oretta Sere Oretta Natura Dio Angiolo Cielo Oretta Gino Dore Cielo
|