Al novellare dell'antica Lena...
Povera Lena! or non è più: - che Dio
Faccia pace a quell'anima. - RepenteFu battuto al castello; - era un Palmiero(120)
Che chiedeva per Dio posare il fiancoSotto il tetto dell'uomo.
BiancaOh se il rammento!
Coi labbri che baciaro il gran sepolcroEi mi baciava; - questa ch'ei donommi
Portai sempre sul core(121).
DoreEgli accostossi
A noi, - la man c'impose: - E voi godete,
Disse, il piacer della innocenza, e l'oraDella pace; - ch'ella è di vita il lampo,
E le succede tenebra di pianto,
Di misfatto di pena e di rimorso...
Si volse, e lagrimò; - dal ciglio caddeLa lagrima, io l'accolsi, e da quel giorno
In questo cuore è viva.
BiancaEi ben si appose:
Non siam noi infortunati?
DorePiù tremenda
Sventura io temo.
BiancaEd è?
DorePerderti, o Bianca.
Gran Dio! non sai di quale amore io t'ami,
Perchè non fu, nè sarà mai favella,
Che valga a dire ogni pensier di amore. -
Odi visïon che testè m'apparve. -
Suonata era la squilla degli estinti,
Ch'io fui tratto in misterioso sogno. -
Pareami uniti andassimo l'amoreNostro a sacrar nel tempio: - il guardo volsi
Su i comitanti, e non conobbi amico,
Ma strani tutti; - aveano intento il ciglio,
La pupilla velata; - al tuo bel voltoIl raddrizzai, - tu non avevi il serto
Di sposa, - eran viole; - e già sospesoTenevi il piè per valicar la porta,
Quando dall'alto tal mosse una voce, -
Di tua madre era voce: - Vieni, o amata.
Dalla valle del pianto al sen materno,
Vieni, ripara in Dio. - E tu sorgevi,
Qual portò la colomba olivo al giusto,
Nel gemito dell'anima io ti chiamo,
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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