Iddio m'aiti.
Manente
E me l'inferno(125). - Cavalier, mercedePer Cristo!
DoreTolga il ciel, che in te si brutti
Ferro onorato: - ti aspetta la scure. -
Vivi, e se puoi, ti penti.
SCENA V.
GERI, MANENTE.
ManenteNiun qui geme. -
È trapassato...
GeriManente!
ManenteVivete?
Io vi facea tra i morti.
GeriAh! dammi aita,
Ferma il sangue che spiccia... Ahi questa è piaga,
Che se altra è più mortal, nulla è più acerba.
ManenteGagliardo egli è quest'uomo vostro(126)!
GeriQuindi
Più mi grava di spegnerlo.
ManenteA quest'ora
Poco spazio di terra avria sepoltoIl trafitto, il misfatto e la memoria; -
Ma io vel dico, voi - mai sarete un uomo.
La buona spada innanzi al sol combatte,
E dà in petto al nemico; - ma il pugnaleLe tenebre ama e il dosso: - più veloce
Quindi è la via che mena dritto al core.
GeriVivo; - la sconterà.
ManenteMa intanto il vostro
Sangue per lui tigne la terra...
GeriVivo.
Breve di pochi dì tremenda vitaIo gli apparecchio, e morte disperata.
ATTO SECONDO.
E sì distretto m'ave in suo disireLo core mio, che dallo suo pensare
Un'ora solo io nol porria partire,
DANTE DA MAIANO.
SCENA I.
Sala interna di Damiata. Spunta il giorno.
GUALFREDI al lume di una lampada legge una nota di proscritti.
E voi morrete, - Tedici, Lazzarri,
Rossi: già foste amici, or troppo grandiSiete: - io non v'odio... ma perchè importuni
Ove a posare ho il piè poneste il capo?
Voi perirete. - Lemmo Cancellieri!
Il figlio di mio padre! Il mio fratello(127)!
Uno stesso alvo!... un sangue stesso!... il nome!
Di mie vigilie o lampada compagna,
Vinta del sole al mattutino raggio,
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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Cristo Damiata Lazzarri Cancellieri
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