Sono a menzogna, perocchè una sedeEterna ha su le tue. - Sul ver ti punsi;
Ma se di un Cancellier figlio tu sei,
Rammenta i giorni andati, e su la polvePensa di quelli cui perpetua impresa
Fu nella vita, ed ultimo sospiroNella morte l'Italia, e tu pur anco
Prode sarai; - e nel dì della battagliaVedrai l'ombre paterne confortarti; -
Udrai la voce che raddoppia il core,
L'alito sentirai della vittoria. -
Ma per invidia non si sale in fama. -
Dagli stellati seggi nello abissoGiacque della tenebra chi astiando
Avverso mosse al suo Fattore: - or l'astioCon Satano accomuna; un giorno ancora
Avrai pena comune...
GeriOrmai più modo
Non ha lo sdegno: - -t'accomanda a Dio,
Ch'or sei morto...
DoreAl ferire un uom senz'arme
Ti riconosco...
GualfrediVivaddio, t'arresta(132)!
Hai morto il senno? - Queste mura senzaPeriglio a voi non sono: - andate, - e dite
Al padre che di pace e di perdonoParole omai correr tra noi non ponno; - Che
non più di una terra il fosso stessoPuò rinserrarci, e nudrirne di un cielo
Medesmo l'aere; - che di noi due, l'unoDa qui innanzi dee piangere, ed il giorno
Maledire in ch'ei nacque. - Uno sterminio,
Ditegli, in breve, una guerra di morteIo moverogli contra, ond'ei si guardi
S'egli è vero che il dritto esalta Iddio.
GeriNon fie lieve così lo tuo commiato
Da queste case(133). - Altra ben'io di vostraMorte, tra breve, da costoro ordita,
Trarrò vendetta. - Tu sappi per sangue,
Per parole non già, piaga sanarsi;
E l'anima tua... indegna che per questoMio pugnale sia sciolta. - A te, Manente,
Sotto pena di cor lo affido.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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