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      Più che sovra i felici il guardo intendeSovra gli afflitti Dio.
      GualfrediSorgi... la mano.
      Che stringere desii di sangue è tinta, -
      Sangue del fratel tuo. -
      BiancaSangue!... chi il dice?
      Ella è innocente...
      DoreIo questa mano, il giorno
      Delle vendette, francamente a Dio
      Per supplicarlo innalzerò; nè tracciaPerenne è questa, perocchè non grido
      Di colpa, ma consiglio di naturaScorse la mano;... e la natura è figlia...
      Di Dio.... Mi striscia su le carni un ferro, -
      Percuoto nella tenebra... Per quanto
      È più nel cielo e in terra sacro, il giuro, -
      Sono innocente.
      BiancaCancelliero, il giuro
      È mala prova d'innocenza: - il falloAl par lo adopra, e più. - Ben ti credo io,
      Ma sposa - finchè il mondo non conoscaTe non essere un tristo - ch'io ti sia,
      Impossibile è cosa.
      DoreIn questi luoghi
      Volea tenerne il cugin nostro - a forza(134):
      Or volontario rimarrommi; e a voi,
      Gualfredo, il carco di chiarir se Dore
      Un fellon sia concedo; - e dove taleNon vi appaia, se voce di consorte
      Puote in voi nulla, - priegovi - torniamoAmici, deponiam l'ire fraterne
      E le contese, onde la gente dica:
      Ben serba il Cancelliero alma sdegnosa,
      Ma volentier perdona....
      GualfrediBenedetta
      La pace che da lungo invan sospiro! -
      Figli... figli... Or deh, Bianca, alle tue stanzeRiedi; - voi, Dore, nelle mie vi state: -
      Dei vostri padri è questa casa, - e vostra;
      Ogni timor quindi sbandite. - In breveTornerò a voi. - Sappiate intanto ch'ove
      Pieni non sieno i desir vostri, certoNon fie per me che voi non siate lieti.
      BiancaParmi, o benigno il ciel s'inchina?


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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