PETRARCA.
SCENA I.
Scena come nel primo Atto. È giorno.
UBERTO, VANNI, UGHETTO, DONATO,BACCIO, ED ALTRI.
VanniPoichè ne amate come figli, noi
Qual buon padre non men vi amiamo, Uberto:
Quindi è il piè in staffa, ed è la lancia in restaAl tuo comandamento; che buon dritto,
Ragion, giustizia è a noi tuo cenno, - tutto.
Pur, se ne assenti, a che ne hai tu condotti?
A che venimmo?
UbertoLo sapete voi?
Certo non io.
UghettoE fa mestier domanda?
Non ella è aperta nostra sorte? - Amati,
Reveriti, diletti oggi, e percossiDimane, - come verga che alla pena
Del figlio il padre innalza, e ov'ei si umili,
Ridivenuto pio questi l'amplessoDischiude del perdono, ed è la verga
Tronca gittata a terra.
VanniO come cane,
Cui per la belva presa toccan'ossaSovente e battiture.
UbertoVanni, duolti
Seguirmi? - rifà i passi, - io non ti tengo;
Ma in ciò pon mente, nulla a perdere hai.
Tua non è quella veste che ti copre,
Tue non sono quell'arme; e appena appenaL'anima è tua.
UghettoIl non acquisto a noi
Perdita è certa.
VanniDunque è destinata
La vita nostra a far siepe ai codardi? -
Nella promessa, ove li prema il danno,
Infiniti: perchè, securi, il prezzoNon den pagar del sangue? Non si dona
L'anima, ma si vende.
DonatoE qual sia angoscia
Sapete, Uberto, allorchè di compagniScemi tornando a casa, alle accorrenti
Donne null'altro possiam dir che: - Gemma,
Prega requie allo sposo: - Agella, il padrePiagni: - e tu, Spina, non vedrai più il figlio.
Sposo... padre... figliuol, son morti.
BaccioE l'onta
Di farsi al tempio, e non potere offrire
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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Atto Uberto Uberto Spina
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