Un assalire alla impensata i nostriNimici a cacciar valgono, ella è vinta
Tutta la impresa.
UbertoIo non comprendo.
GeriLieve
Fieti però quando saprai, Fiorenza
Ordir la trama istessa, non diversaArgomentare Lucca, e a questa volta
Venir con mille cavalier tedeschiDell'imperio il Vicario: - il modo poi
Di correr la città non anco è fisso;
Quando fie tempo lo saprai. - L'impresaQuesta è, - perigli questi: - or vo' che il premio
Sappi - di patria non dirò, - di amiciMeno, - e non pur della romana soma...
Motti vani, novelle da contarsiDal querceto alla rupe. - Un più securo
Consiglio or teco valgami, che al coreTi giunga dritto.
UbertoEd è?
GeriLo tuo pro istesso:
Però che farai tue le ricche spoglieDegli usciti, e i tenèri; e dove prima
Errante masnadiere alla campagna,
Or tolto al soldo del Comune avraiStanza e vita secure.
UbertoOltre il diletto
Di farvi cosa che vi aggradi, vocePer me non suona sì soave, quanto
Cangiar fortuna, come quei che traggoDura vita, non certa del dimane,
Ed appena dell'oggi.
GeriOr ben precorri
Il premio tuo con la speranza. - In modoVo' far che ti dirai contento.
UbertoGeri!...
Poichè in periglio vita io pongo certa,
Parmi, securo in ugual modo il premioDovrebbe essere, e certo.
GeriUberto!... il senno
Vienti meno? - Ti chiamo nella terra,
I miei ti affido, e me. - Signor di tutto,
Securtà chiedi?
UbertoChe non sia dell'altre
La mia testa più alta, - amo; - starmiSublime senza scala, - temo; - e soglio
Senza guatarla attraverso lo raggioVuotar la tazza. M'intendete?
GeriIntendo.
Se savio sei, ti guarda.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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Fiorenza Lucca Vicario Comune
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