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      Tu vedresti l'un l'altro, - trucidarsi. -
      Ma vivi lascia la strage di tuttiSol due: - si scorgono, - l'odio rattiene
      L'anima che fuggiva, - egri, - carponiStrascinansi; - son presso, - alzan la mano
      Per percuotersi entrambi, - a mezzo l'attoTronca la morte, - spirano. La tomba
      Gli uomini in pace unisce sola.
      LemmoE verga
      Del Signor fatti: egli è temuto Dio,
      Ma è maladetto il fulmine. - Ah! non spenta
      È virtù; - vive questa via di stelle;
      Questa nei piani di Betuelle apparsaMistica scala, che alla terra il cielo
      Aggiunge, - vive: - vedi dalle muraDiroccate, dal suol sparso di sale
      Della regia Milano assorge cintoDi aureola immortal l'Italo genio: -
      Vedi fuggire i Federighi, e in altrePortar terre la rabbia di mal spenta
      Fame, e il furore di un orgoglio oppresso. -
      Vili fummo divisi, - uniti, invitti.
      Natura invan co' monti e con le neviCi difende; non v'è figlio d'Italia
      Che accorra all'Alpi. - Lo straniero scendeA suo grand'agio; - averi toglie e vite,
      E ci deride. - patria mia, ti strigniCon Fiorenza, e con lei Milano; - o stati
      Di poche spanne, in battagliarvi eterniChe fate voi? - un regio manto in brani
      Siete... V'unite, e surgeran più belleLe itale glorie che non fur mai morte;
      Però che il sole e la virtude spentiFieno a un punto in Italia.
      GualfrediL'amistanza
      Che sia del forte non intendi; - meglioServaggio intero, - meglio morte. - Il petto
      Nostro, se perir dessi, oh!... per altruiS'apra: per noi non già. Ma se t'è dato,
      Con l'ala del pensier sorgi tant'altoChe al baleno dell'occhio il mondo tutto


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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