Forse più che non temo a me si apprestaDi travaglio... - A soffrire ti apparecchia...
Meditiamo la morte...(152)
SCENA II.
DUE UOMINI CHE PORTANO UNA BARA.
1° Uomo
A quel superboChe per meglio punire il cielo innalza
Piegan tutti, non io. - Ti aborro, o vileIdol di creta.
2° Uomo
Alto corriam periglio...
1° Uomo
Pari al piacer di dire allo infelicePadre: - piagnete qui; - qui dentro è il corpo
Del figlio vostro. - Senza croce, - a lumeSpento, volea ch'io lo gittassi a' cani. -
Ma tu pria che a congiungerti alla terraRitorni, - oscuro sì ma pur sincero
Avrai, misero, il pianto.
2° Uomo
Infortunato!
Dei begli anni sul fior tolto alla vitaChi mai lo avrebbe detto? - Sì cortese.
Sì costumato egli era.
1° Uomo
Amico! il coreCome per morte di un mio stesso figlio
Ho sanguinente.
2° Uomo
Sua dimora ha toltoFra Lotteringo(153) in questo monastero;
Andianne a lui, e lo preghiam che vengaDi acqua aspergerlo santa, e dei defunti
Dirgli la prece pria che in tomba ei scenda.
1° Uomo
O buon Gaudente, qual sarà il cor tuoAll'atroce novella? Indarno pace
Bramasti; ch'ella in questa terra frutta,
Della scienza nuovo arbore, la morte.
2° Uomo
Esaudisci, Signor, la mia preghiera;
Questo spirto raccogli sotto il mantoDi tua misericordia.
1° Uomo
Così sia.
Requie eterna concedi a lui, Signore(154).
SCENA III.
BIANCA.
Esser pareami in cielo... Or dove sono?
Misera me! oltre il dovere assenteStetti; - al castello di tornare è tempo. -
Polve diletta, che secondo spiroPer avviarmi a lieto porto sei,
Vale: - estremo a involarti nella notte,
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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