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      Intanto che sì gran vantaggio otteneva la razza antica, la stessa razza merina venuta di Boemia era perfezionata. Volendo conservare la legittimità delle merine boeme, per aver sempre montoni di puro sangue da destinarsi agl'incrociamenti, fu saggio consiglio di scegliere ogni anno nel gregge della Badiola gli agnelli e le agnelle di più belle forme, e di vello più fine e più folto, per sostituire nei greggi antichi le morte e le scartate, o per crescersi di numero.
      Con questo sistema, per cinque anni rigorosamente praticato, il gregge della Badiola, numeroso di circa 500 pecore, è giunto ad una bellezza di forme, e ad una perfezione di lana insuperabile.
      Di sì bel resultato dette conferma evidentissima il confronto che si è potuto fare di questo con altro gregge di 150 pecore merine, arrivate dalle stesse signorie di Boemia negli ultimi giorni del novembre 1812. Alcuni pastori di queste merine, che condussero pure le altre nel 1837, hanno dichiarato trovarle molto perfezionate nella finezza della lana e nella bellezza. Le merine boeme hanno sulle cosce e sul collo la lana meno fine; quelle nate alla Badiola sono per tutte le parti del loro corpo di lana uguale in finezza e foltezza.
      Nè debbo tacere che la pastorizia Toscana va debitrice di progressi sì rapidi e di utilità sì grandi al sig. Giovanni Giuggioli, Amministratore Generale dei Reali privati Possessi maremmani di S. A. I. e Reale il Granduca, che di questi (mirabilmente secondando le intenzioni del Munificentissimo Principe) va facendo un modello di possibile e veramente utile miglioramento agrario per la Maremma.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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