Volendo adunque per ogni modo assicurarsene, mandò occultamente alcuni suoi domestici a chiamare i genitori. Accorsi incontanente Demostrato e Carito, e veduta quivi la figlia, da prima rimasero mutoli e costernati ad un sì fatto prodigio, e mettendo poi alte grida, stretta se la tenevano tra le braccia. Allora Filinnio rivolse loro queste parole: O madre, o padre! quanto ingiustamente m'invidiaste il trovarmi per tre giorni coll'ospite nella paterna casa, senza nocervi punto! Voi adunque piangerete per la vostra curiosità, ed io me ne vo di nuovo nel luogo a me assegnato; imperocchè io non venni qui senza il volere divino. - Dette queste parole immantinente cadde morta, ed il suo corpo steso vedevasi sul letto. La madre ed il padre gettaronsi sopra il cadavere, e levossi nella casa un gran rumore ed un pianto, per tale sciagura; ed essendo lo spettacolo senza rimedio ed incredibile il caso, se ne sparse tosto la fama per tutta la città, ed a me pure pervenne. In quella adunque io raffrenai la moltitudine che verso la casa accorreva, temendo non succedesse qualche nuovo accidente, ove cresciuto non fosse il rumore. Nulladimeno ai primi albori del giorno il teatro era pieno, e narratasi quivi ogni cosa partitamente, si deliberò di portarsi in prima al sepolcro, ed aprendolo assicurarsi se il corpo giacesse nella sua bara, o se questa fosse vota; perciocchè non erano ancora sei mesi trascorsi dalla morte della fanciulla. Aperto che avemmo l'avello, in cui riponevansi tutti i defunti di questa famiglia; in altri letti abbiamo veduti giacersi tuttora i cadaveri, come altresì le ossa soltanto di quelli che erano da più lungo tempo trapassati: ma nel luogo in cui fu seppellita Filinnio abbiamo trovato sovrapposto l'anello ferreo, il qual era stato dell'ospite, e la tazza indorata che essa il primo giorno aveva da Macate ricevuta.
| |
Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
|
|
Demostrato Carito Filinnio Filinnio Macate
|