Pieni perciò di stupore e di meraviglia ci recammo immantinente presso Demostrato all'albergo, per vedere se vi si mirasse ii corpo della donna; e vedutolo a terra disteso, ci siamo adunati a consiglio, perciocchè l'avvenimento era grande ed incredibile; ma suscitatosi un forte tumulto nell'adunanza, nè alcuno trovandosi che pronunziar sapesse giudizio su tal caso, sorse alla fine primo fra tutti Ilio, il quale appo noi non solamente era ottimo indovino ma anche augure preclaro, e nell'arte sua molto valeva. Ordinò egli che il corpo della donna fosse seppellito fuori dei confini (imperocchè più non conveniva sotterrarla entro di quelli); che poi si placassero Mercurio il terrestre e le Eumenidi; che tutti si purificassero, e lo stesso si facesse delle cose sacre, e i debiti uffizi si rendessero agli Dei infernali. A me poi disse privatamente che per l'Imperatore e per la Repubblica offrissi sacrifizi a Mercurio, e a Giove ospitale e a Marte; e tutto ciò con particolare cura. Noi mandato abbiamo ad esecuzione ogni cosa come l'indovino ci aveva prescritto. L'ospite Macate, ch'era stato visitato dallo spettro, per la tristezza si uccise da se medesimo.
(114) Questa credenza religiosa era comune a quei tempi. Nello Specchio della vera Penitenza trovasi un fatto molto somigliante all'esposto; non sia grave di leggerlo qui trascritto. - "E' fu uno cavaliere in Inghilterra prode in arme, ma di costumi vizioso, il quale gravemente infermato, fu visitato dal re che era uno santo uomo; e indotto che dovesse acconciarsi nell'anima, confessandosi come buon Cristiano, rispose, e disse: Che non era bisogno, e che non voleva mostrare di aver paura, nè essere tenuto codardo o vile.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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