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      - Byron poi confessa di averla tolta da un manoscritto arabo citato nelle note dei Piaceri della Memoria, che dice:
      I came to the place of my birth and cried, the friends of my youth, where are they? and Echo answered, Where are they?
      (118) Da tutti i monumenti storici della età della quale trattiamo, agevol cosa è rilevare pivieri dirsi li scompartimenti dei contado oggidì chiamati cure e parrocchie; qui poi Piviere sta propriamente per la casa del Pastore, che ora intendo nominare Canonica: sere essere il titolo del sacerdoti e dei notaj, che or tuttavia questi ultimi conservano, avendolo i primi mutato col don; e mastro, o maestro, quello dei medici.
      (119) La quistione sul libero arbitrio, di cui si fa motto nella Scena presente, era la favorita dei tempi. Dante nel VII dello Inferno aveva attribuito una qualche influenza alla fortuna su le azioni umane. Cecco di Ascoli, che trasse l'oroscopo alla figlia del duca di Calabria, e per influsso di pianeta chiarì entrambi sagacissime femmine, che, come astrologo fu abbruciato a Firenze, stimando aver tolto l'Alighieri il libero arbitrio, nel suo poema l'Acerba acremente il rimprovera al passo che comincia: In ciò peccasti, o Fiorentin Poeta: il quale per esser riferito dai Tiraboschi, dal Ginguené, dal Pignotti e da molti altri, non riportiamo. Niuno però era più che Dante convinto del libero arbitrio; la sua dottrina in questo proposito è chiara pel discorso che fa tenere a Marco Lombardo al XVI Canto del Purgatorio, e più anche per li due terzetti del Canto XVII del Paradiso:


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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