Marcantonio Colonna, il famoso nostro barone, che fu tanta parte della batosta che dettero i Cristiani a quei cani senza fede dei Turchi nella battaglia di Lepanto, pei molti meriti suoi venne eletto vicerè di Sicilia, dove sua virtù corrompendosi, siccome suole ordinariamente avvenire al soldato negli ozi della pace, ed essendo per natura inchinevole alle cose di amore, viziò una fanciulla bellissima di nobile parentado, e la tenne seco pei suoi piaceri. Le passioni nei petti di questi signori fanno come le rondini; sono di passo. Ormai al signor Marcantonio della sua bella Siciliana premeva più, che tanto; ma la generosità romana, la quale abita come in casa propria nel cuore di cotesto barone, non gli consentendo lasciare dietro sè quella meschina in balia del furore dei suoi parenti, i quali l'avrebbero senza fallo ammazzata, quando cessò dall'ufficio se la condusse a Roma. Però donna Rosalia, che tale aveva nome la bella Siciliana, stavasene in palazzo Colonna albergata magnificamente, e nutrita in sembianza di dama della Principessa madre; la quale essendo quella saputa e discreta matrona che tutti voi conoscete, andava pietosamente rammendando come meglio poteva gli strappi del figliuol suo.
Ora don Flaminio Massimi, per essere nato da donna Fulvia Colonna e per la molta bontà e piacevolezza sue, aveva entratura grande con Marcantonio e con la madre di lui: per la qual cosa usando frequentissimo in casa Colonna, non potè fare a meno di mettere gli occhi addosso alla bella Siciliana; e parendole, come veramente ella era, leggiadra molto e sventurata, gli venne al cuore una immensa passione di conoscere i casi suoi, e quelli, potendo, sollevare.
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