Io nel tuo santo nome maledico gli scellerati, che uccisero di mala morte quella povera creatura senza pietà per l'anima sua, e me loro padre precipitarono violentemente dentro il sepolcro. Assenti col tuo volere alla mia maledizione, e fa che se ne vedano anche in questa vita i segni espressi per terrore dei malvagi, e per conforto dei buoni. Esalta poi questo innocente, benedicilo in ogni pensiero del suo cuore, in ogni opera delle sue mani; e come solo si astenne da contaminare di sangue la dimora dei suoi nobili maggiori, così rimanga di sua schiatta solo ad abitarla, ed a lasciarla in retaggio ai figli dei suoi figli.
- E forse intendeva favellare di più; ma la lingua ingrossata gli negò lo ufficio, ed ei si tacque: - nella notte passò.
§ IV.
DON MARCANTONIO MASSIMI.
Ora voi altri, se già non lo sapete, avete da sapere come in Roma s'incontrino tre maniere di giustizia: una per noi cavalieri della foresta e gentiluomini delle strade maestre, ed è di canapa bianca rattorta a meraviglia, e bella: la seconda pei signori della città che possiedono più lignaggio che ducati, ed è di ferro forbito e tagliente, da mettere la voglia in corpo di provare una seconda volta a cui l'assaggiò la prima: la terza spetta ai signori che hanno più scudi che nobiltà; e questa è di cera, avvegnadio prenda il marchio dalla moneta che vi s'impronta sopra. Ora i Massimi possedevano ricchezze stragrandi e parentado potentissimo, in ispecie li signori Principi Colonna, i quali tanto e tanto s'industriarono presso Cardinali e Auditori di ruota, che ottennero, quantunque con difficoltà assai, la liberazione del bando pei signori di santa Prassede.
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