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      Fa' quello che ti comando, Orazio, e non badare ad altro.
      Ma don Luca.... pensate...
      Corpo di Pluto! Vuoi tu fare com'io ti comando? o che con le mie mani ti scanno qui come un cane;
      e traendo il pugnale faceva le viste di corrermi addosso.
      Don Luca, rimettete il coltello nel fodero: non ci abbiamo mica ad ammazzare per questo: corda volete, ed io vi darò corda a beneplacito.
      Or be'; legami le mani, le mani dietro la schiena...
      Eccole legate....
      Adesso tirami in su un poco per volta.
      Eh! Oe! Ecco, che vi tiro: faccio a dovere?
      Sì.... così pian piano...
      Don Luca, eccovi in cima...
      Bene: ora giù lo squasso...
      Che diavolo! volete anche lo squasso?
      Lo squasso! lo squasso! Traditore.... tu mi mangi il pane a tradimento... dammi lo squasso.
      Non v'incollerite, don Luca, ecco lo squasso.
      Dopo lo squasso volle i piombi, ed io i piombi; dopo i piombi lo squasso ed i piombi, ed io lo squasso co' piombi; insomma le asperità della corda ei volle provar tutte, che voi, onorandissimi colleghi, già sapete per pratica, o saprete in seguito, come dobbiamo fermamente sperare. Don Luca sostenne da pari suo il tormento senza né anche stringere ciglio; e così per bene un mese durammo, facendosi ogni dì più gagliardo a sostenere; per la qual cosa, su l'ultimo, quando lo sospendeva alla corda gli pareva andare a nozze.7
      Un giorno sul cadere delle foglie (saremo stati a fin di ottobre, o a mezzo novembre) il cameriere, che unico aveva conservato presso di sè don Marcantonio, venne ad avvisarci tutto atterrito, come il suo padrone da bene ventiquattro ore non avesse aperta la stanza; non osare aprirla egli stesso, perchè il padrone glielo aveva divietato; poi, perchè si era chiuso per di dentro; ed in ultimo, perchè sforzando la porta aveva sospetto di buscarsi una pistolettata; non sapere per tanto che pesci pigliare, essere ricorso a noi per consiglio.


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La vendetta paterna - Lettere inedite - Predica del venerdì santo
di Francesco Domenico Guerrazzi
Perino Editore Roma
1888 pagine 162

   





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