Che vuoi tu ch'io ti consigli? rispose don Luca: quel tristo del tuo padrone sarà morto di fame, tanto è misero costui; e tu pure, vedi, barelli per la fame; vieni qua, sciagurato, prendi un sorso di questa acqua arzente, ch'io stesso con le mie proprie mani ho distillata, e so ben io che ti rimetterà l'anima in corpo
8. Il povero uomo dopo qualche smorfia buttò giù il bicchiere fino all'ultima goccia, e gli parve, com'egli disse, sentirsi riavere. - Io era lì presente, ma non lo potei impedire.
Don Luca incominciò a pensare; sembrava sostenesse dentro una qualche battaglia, imperciocchè le gambe come impazienti di andare si agitavano, ed egli con le mani si aggrappava ora a questo, ora a quello altro oggetto a guisa di uomo che caschi giù dalla tettoia rasentando la parete della casa; e quando io lo confortai a rompere gl'indugi, e ad accorrere in soccorso del fratello, egli mi lanciò contro uno sguardo da basilisco, e mormorò fra i denti:
Che tu sii maledetto!
Finalmente ripiegò la persona, chiuse gli occhi, giunse ambe le mani facendo scricchiolare le dita incrocicchiate, e la sua faccia gli diventò verde: tacque lunga pezza a bocca aperta, poi susurrò con parole tronche:
Il demonio mi vince.... io non posso resistere al demonio.... e tra me e Dio si distende la maledizione paterna.
Ciò detto, prese risoluto certo suo astuccio con entrovi varie caraffine, e venne via. Ci fu mestieri abbattere le porte, però che don Marcantonio, come dubitava il servo, si era sprangato per di dentro; e quando, atterrati gli usci, ponemmo il piè sopra il limitare, un molto stupendo spettacolo si offerse agli occhi nostri.
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Luca Luca Dio Marcantonio
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