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      E così favellando andò allo stipo, donde tolse una manciata di ducati di argento, e questi prese a contare vicino agli orecchi dello infermo battendoli forte fra loro: - ecco don Marcantonio cessa dalla convulsione, e fa vista di porgere ascolto. Allora don Luca gli apre le mani, e vi mette cinque o sei ducati per parte.
      Volete crederci, o non ci volete credere? Se volete crederci fatelo gratis, però che io non voglia nè possa pagarvi. Don Marcantonio sgranchiò le dita; e quantunque fosse sempre fuori di sè faceva l'atto di contare la moneta: alla fine rinvenne10. - Oh come ratte e feroci vibrava le pupille d'intorno! parevano lingue di vipera.
      Chi siete? - urlava. - Che cosa volete? come qui dentro? Non mi portate via la roba; piuttosto l'anima.... Non mi scannate..... vi do uno scudo per uno.... quanti siete?
      Tacete là, sciagurataccio, lo interruppe don Luca; chi mai vorrebbe avere la vostra ricchezza a costo della vostra miseria? Lo vedete! La trista vita che menate; - lo starvi qui perpetuamente intufato a tribolarvi su l'oro e su l'argento vi ha fatto capitare addosso il mal comitale. Adesso a che vi gioveranno le vostre ricchezze?
      Io mi vi farò stendere sopra, e morirò contento... Io comando, e voglio essere seppellito col mio argento, col mio oro, con le mie gioie....
      La è cosa da barbaro, fratel mio. Alarico è fama che ordinasse come voi11; ma forse si giacque costui più morbido degli altri morti sotto terra? I vermi vedendo l'oro del re gli fecero di berretta, o si rimasero a rispettosa lontananza?


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La vendetta paterna - Lettere inedite - Predica del venerdì santo
di Francesco Domenico Guerrazzi
Perino Editore Roma
1888 pagine 162

   





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