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      .. ecco tutto quello che avanzava di don Mario.14
      Lo schiamazzo, il frastuono, il lamentìo andavano a cielo. Un nugolo di frati, come i gabbiani sul mare agitato, si aggiravano pel popolo da molte passioni commosso, e andavano dispensando medaglie e insaccando testoni, secondo il solito. Uno di loro, nei panni e nella faccia tutto scarduffato, salito su di un muricciuolo, dopo averci predicato miracoli terribili e paure da cacciare la quartana addosso a noi altri poveracci che stavamo a udirlo, terminò con queste parole, che vi riporto tali com'ei le disse:
      Profferire più bestemmie in un giorno, che dieci conventi di cappuccine non cantino litanie in un anno: tenere sempre in mano il boccale, e non mai il rosario: frequentare le bische, le taverne e il bordello, ed esser vago di chiese come i cani delle mazze: - per vizi, che precipitano giù a scavezzacollo nello inferno, tenere sempre preparato uno scudo nuovo di zecca; e pei fraticelli di Dio, che stanno a fare penitenza per voi, e vi menano diritto in paradiso, non avere mai un papetto... Ma che parlo io mai di papetti? nè manco un bolognino! - nè manco un baiocco di quelli vecchi col verderame sopra! - I sacramenti tenuti cari quanto i sassolini dentro le scarpe... I perdoni avuti in conto di bruscoli dentro gli occhi... i digiuni di zanzare, l'elemosine di tafani. Queste, queste con altre più assai, che taccionsi honestatis causa, furono le virtù, fedelissimi e carissimi fratelli in Cristo, con le quali, e nelle quali venne a sostanziarsi quel peccato connesso, complesso, e per di più continuato, per cui il diavolo s'impossessò di quest'anima e s'impossesserà (se le speranze non tornano corte) quanto prima anche della vostra.


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La vendetta paterna - Lettere inedite - Predica del venerdì santo
di Francesco Domenico Guerrazzi
Perino Editore Roma
1888 pagine 162

   





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