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      Il demonio è venuto come leo rugens quaerens quem devorans, e con un colpo della sua terribile coda (dacchè i demoni giudicano e condannano soprattutto con la coda) lo ha frombolato dalla taverna nella ruga, dove avendolo abbracciato. stazzonato e baciato, mirate un po' come lo ha concio!...
      E qui messo il dito sopra quella parte delle reliquie infelici, che presentava la traccia della testa, ella venne a sciogliersi in polvere; per la qual cosa tutti i circostanti proruppero in un grido di orrore, e si allontanarono.
      Ma questo spulezzare della gente non garbava punto ai disegni del frate, che, mugolando come toro di maggio, si sbracciò tosto a richiamarla con queste parole:
      Fratelli dilettissimi, alto là! Se muovete anche un passo, guai a voi, fratelli, e soprattutto a voi altre sorelle! Cristiani, accostatevi, e udite la vera verità dalla mia bocca: Non vi ha peccato, per quanto grande egli sia, il quale non possa trovar grazia appresso Dio mercè una contrizione sincera e profonda. Così è, dilettissimi: il pentimento non opera mica in ragione della sua durata, bensì in ragione della sua intensità: un sospiro, vedete, ma di quei buoni, è capace a sollevare la basilica di san Pietro fino alle porte del paradiso: anzi si legge sui libri stampati come abbia di questo il diavolo mosso querela grande davanti la Corte del cielo, specificando qualmente una lacrimetta pianta a tempo lavasse più, e meglio, che ventiquattro bucati di voi altre donne romane: ed egli dopo avere lavorato ben trenta, cinquanta, e talvolta ancora ottanta anni intorno ad un'anima per farsela sua, mentre già teneva aperta la bocca del sacco per insaccarcela dentro, ad un tratto si trovava con le mosche in mano, e come, puta il caso, sarebbe ad aver giuocato di noccioli agli aliossi; - e questa, rimettendosi, non gli pareva giusta.


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La vendetta paterna - Lettere inedite - Predica del venerdì santo
di Francesco Domenico Guerrazzi
Perino Editore Roma
1888 pagine 162

   





Dio Pietro Corte