Pagina (73/162)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Con i soldati e con i marinari egli procedeva spietatamente giusto: nelle zuffe piuttosto belva feroce, che guerriero valoroso; di dare, e verosimilmente di ricevere a quartiere, alla ricisa nemico: ogni menomo indugio lo faceva montare in furore: non pativa esitanza, non monito: sua smania irrefrenata, suo delirio supremo, scorto appena un naviglio nemico avventarglisi addosso, arrampicarsi su pel sartiame, e combattere pugna manesca sul cassero. Sembrava cercasse con sommo studio la morte; e questa, siccome vediamo per ordinario accadere, quanto pių era cercata, tanto pių lo fuggiva: molte, e sconce ferite gli avevano lacero il corpo; ma, provvidenza o caso, egli era riuscito a non rimanerne storpio della persona. Siccome poi delle prede fatte egli non serbava per sč parte alcuna comecchč minima, ma le distribuiva generosamente intere alla ciurma, ne avveniva che marinari e soldati, un po' per affezione, molto pių per paura, ogni suo cenno con esattezza eseguissero, nč di gittarsi a capo basso fra le baruffe pių arrisicate balenassero. Tal era pertanto don Severo Massimi, l'ultimo dei figli maledetti da don Flaminio marchese di santa Prassede.
      Prese la lettera del fratello don Luca, la lesse tre, quattro volte e sei senza stringere labbro nč ciglio, o con altro moto qualunque palesare la interna commozione dell'animo; poi, levati gli occhi al cielo, esclamō:
      Oh! se bastasse... Povero don Luca! egli fu sempre per noi amoroso fratello... ed uomo di ottimo giudizio... onde a me pare impossibile, che egli non siasi accorto noi spingere inevitabilmente a mala morte la maledizione paterna, e la vendetta di Dio.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La vendetta paterna - Lettere inedite - Predica del venerdė santo
di Francesco Domenico Guerrazzi
Perino Editore Roma
1888 pagine 162

   





Severo Massimi Flaminio Prassede Luca Luca Dio