Povero.... povero... sangue, e Dio ne chiederà conto a cui n'è colpa, e con Dio fraude nè forza valgono. Saluti caramente la consorte, e le figlie; ella, o le donne non intromettete scrivermi, e come vi ho detto, di tutto, e su tutto, perchè anche una lucciola fa lume. Mi continui la sua cara amicizia, e mi creda sempre
Aff:o Amico
D. GUERRAZZI.
A Emilia Bertelli
Carissima Sig. Emilia
Mi è stata sommamente gradita la carissima sua del 20 del passato mese, dalla quale sento le nuove sue, e di tutti di casa. Tanto la salute è buona, e se il Babbo ha ritrovato, povero uomo, un po' di calma, anche questo è benefizio di cui abbiamo a ringraziare Dio. Non so com'ella dica, che non hanno festeggiato il giorno onomastico della Mamma, se la sorella sua la presentò di versi, ed ella di un lavoro all'acquerello? nè meglio per loro, nè più giocondamente per la Sig. Teresa, potevano solennizzarlo, che presentandola di tali nobili frutti dello ingegno: quello che tutti possono fare, come un pranzo, poco è da pregiarsi. Festeggino sempre così le solennità domestiche, che le festeggeranno bene.
Se là tempesta, qua rovina; miseria crescente, e caro orribile di ogni cosa; il cholera cessò da molto tempo, e, quando apparve, appena si fece sentire, grazie alla eccellenza di questo clima; ma la città è desolata, a cagione delle famiglie, che hanno i loro congiunti alla guerra, e sono moltissime, però che i Corsi amino il mestiere delle armi, reputandolo scala da salirsi presto, e spesso s'ingannano.
Qui s'insinuarono i Gesuiti, e si dimenano quanto il diavolo nella pila dell'acqua benedetta per fare proseliti, ma invano.
| |
Dio Dio Amico Emilia Bertelli Sig Babbo Dio Mamma Sig Corsi Gesuiti
|