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      Giorni sono bandirono gran festa per quaranta martiri di loro; prediche, mortaletti, un quadro sterminato tinto in tre giorni, ed esposto come il gabbamondo dei teatri diurni, messa, fanfara.... raccolsero quattro franchi e dieci soldi: condannati nelle spese! È inutile, per essi è finita; rassomigliano al
     
      Quatriduano Lazaro, che pute.
     
      Spero, che se ne andranno con le trombe nel sacco, perchè, dove non si guadagna, lasciano la presa.
      Saluti tutti in casa, anche per parte dei nepoti e di Maria, ed ella mi abbia sempre
     
      Bastia 15 Novemb. 1854
     
      Per suo aff.o Am.
      D. GUERRAZZI.
     
     
     
      A Ersilia Bertelli
     
     
      Bastia 17 Marzo 1855
     
      Carissima Sig. Ersilia,
     
      Cosi è, io le scrissi due volte perchè mi riesce sommamente grato rispondere subito alle sue lettere, che mi arrivano carissime; però non voglia maravigliarsi se le sono andate perdute; la Polizia, come donna, qualche volta è curiosa; e, se può rammendare lo strappo, le consegna, diversamente, le consegna a Vulcano.
      Anche qua avemmo sciagure orribili a deplorare; nei giorni nefasti 15 - 16 Febbraio proruppe un uragano spaventevole, migliaja di olivi sradicati, o schiantati per lo mezzo, casamenti naufragati, e una fregata bellissima con 750 uomini perduta così, che non si è salvato neppure un'uomo. È venuto alla spiaggia il cadavere di un Corso, un tale Zuani, e gli hanno trovato in tasca una lettera per sua moglie; passando rasente all'isola sperava trovare qualche pescatore a cui consegnarla, ma l'ha portata egli stesso.
      Io sto raccogliendo notizie su la Corsica: ho intenzione di scrivere un racconto intorno al Paoli: il contrasto di questi costumi co' turpissimi, vigliacchissimi e frivolissimi nostri, mi piace; meglio, oh! meglio barbari così, che civili come nella fogna che si chiama Firenze.


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La vendetta paterna - Lettere inedite - Predica del venerdì santo
di Francesco Domenico Guerrazzi
Perino Editore Roma
1888 pagine 162

   





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