Quando ci sono io gliele canto in rima, ma, come a Dio piace, fin qui veruno mi ha risposto.
In casa stanno tutti bene, e vi salutano, in ispecie la buona Maria; io così così, che i nervi e gl'intestini non danno tregua; pure, malato o sano, sono sempre
Il suo Aff:o Amico
D. GUERRAZZI.
Mille cose alla Sig.ra Teresa e alle figlie.
A Ersilia Bertelli
Carissima Sig. Ersilia
Dalla ultima sua ho sentito con piacere inestimabile le nuove del bene stare suo, e della famiglia tutta: però questa contentezza in parte viene amareggiata da quanto mi assicurano parecchi che hanno corrispondenza con Firenze, voglio dire che il cholera sia comparso costà, e minaccioso al punto di fare venti vittime al giorno. La prego a chiarirmi se questo fatto è vero. Non mancherebbe altro pel mio povero Paese. Mi parrebbe posto a bersaglio dell'ira degli uomini, e di Dio: ma voglio sempre sperare che ciò non sia.
In qualunque caso taluno trova il suo tornaconto; però non maraviglio sul rimpianto degli ospiti nemici; confido sia di pochi, che se all'opposto fosse di molti, ciò mi angustierebbe più del mio esilio.
Non è accaduto a lei, ma accade a tutti fare esperienza a spese proprie: e siccome l'acqua passata non manda molini, così il meglio sta nello attendere ad accomodarsi, con minore disagio, che si può, nelle condizioni presenti; perchè sa ella? Dalle rovine di un palazzo si può ricavare materia da fabbricarci una casetta da abitarci comodamente. E poi la vita è una battaglia, e tenga per matto chi crede non averne a toccare.
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