Ma qui non è luogo di favellare su tanto argomento. Questo però abbia dinanzi gli occhi sempre, che il nostro destino è dentro noi, non fuori di noi, e ognuno ne porta il suo pezzetto in mano. Gli omei cacciano fuori le donne partorienti, non gli uomini operatori, e quindi degni di sorti migliori.
Saluti alla Mamma, al signor Ferdinando, ed alla Emilia, e abbiatevi tutti le consolazioni che meritate, e che il mio cuore vi desidera.
Affezionatissimo amicoD. GUERRAZZI.
Genova 2 dicembre 1858
Carissima Signora Ersilia
E come fa a dire, che io non le scrivo? come può accusarmi, ch'io non rispondo? Scrissi col mezzo dell'Avv. Corsi, e s'egli non portò, o mandò la lettera, quale colpa ne ho io? Sappia ch'io rispondo sempre, chè così mi persuadono il debito, la natura ed il costume.
Io, quanto a salute, non istò di peggio; dico di peggio perchè quei tali colpi nel capo si fanno di tratto in tratto sentire, non come dolore acuto, ma come un peso che pure vale ad impedire ogni occupazione. Dono regio contratto in prigione.
Sento, che Babbo va migliorando. Signore! o quanto ci vuole a scattivirlo? Stia di buono animo, chè spero co' bagni, a stagione calda, guarirà.
Notizie non le so dare, perchè vivo in campagna, quantunque in città. La nepote non è più meco; pigliò il volo come fanno tutte le colombe, e si è maritata. Io le ho data la dote in quattro bei mila scudi di mio; e la partita è saldata. Benedette figliuole! Veniste al mondo col levarci una costola, ma bisogna confessare che ci vivete logorandocene due.
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Mamma Ferdinando Emilia Signora Ersilia Avv Babbo
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